Depressione perinatale e allattamento: quale legame?

La depressione perinatale è il disturbo dell’umore maggiormente riscontrato nel periodo perinatale. Un abbassamento del tono dell’umore, con sintomi ansioso depressivi, interessa circa il 10-20% delle neo-mamme in tutto il mondo e, laddove non adeguatamente trattato, può avere conseguenze, anche gravi, sulla salute psicofisica di mamma e bambino.

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Quali differenze tra depressione puerperale e maternity blues

La depressione puerperale, che qui chiameremo depressione perinatale (DP), si differenzia dal maternity blues per l’esordio, la durata e la prognosi. In particolare, se il maternity blues o “sindrome del terzo giorno” rappresenta una condizione fisiologica di sintomi ansioso-depressivi (tra cui ansia, agitazione, irrequietezza e crisi di pianto), con insorgenza dopo 2-3 giorni dal parto e remissione spontanea entro 15 giorni circa, la DP al contrario, può manifestarsi entro l’anno di vita del nascituro e richiede un intervento specialistico, al fine di consentire la piena remissione dei sintomi. In particolare, le donne soffrono di tale patologia con una frequenza doppia rispetto agli uomini, rappresentando il periodo della gravidanza e del post-parto, momenti di vita connotati da una maggiore vulnerabilità per esordi e possibili ricadute.

Il ruolo dell’allattamento nel post-parto

Negli ultimi decenni, la letteratura scientifica si è a lungo dedicata al tema della depressione in gravidanza e dopo il parto: molteplici sono gli studi che ne indagano i fattori predisponenti e, altrettanti, quelli che ne approfondiscono terapie e possibili ricadute nella relazione madre-bambino.

Rimane ancora aperto l’interrogativo circa il ruolo dell’allattamento nelle condizioni di abbassamento del tono dell’umore, in quanto considerando gli effetti della prolattina, dell’ossitocina e degli ormoni ad essa associati sull’umore materno, un legame tra allattamento e depressione sembra plausibile, ma qual’è la natura di questa relazione?

L’allattamento aumenta il rischio di depressione perinatale?
Oppure, allattare protegge le neo-mamme dallo sviluppo di stati depressivi?

In questo articolo, desideriamo fare chiarezza rispetto a questo legame, rispondendo a recenti interviste ed articoli divulgativi, in cui ritroviamo informazioni scorrete e fuorvianti sul tema. Attraverso una rassegna di recenti ricerche, desideriamo garantire una scelta informata e consapevole a ciascuna mamma, che voglia intraprendere, o proseguire, il percorso di allattamento al seno, a tutela della propria salute psicofisica e di quella del suo bambino.

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Uno sguardo alla ricerca

Recenti studi e rassegne (Ahn, 2015; Dias, 2015; Hahn-Holbrook, 2013) definiscono la relazione fra allattamento e DP “complessa e bidirezionale” e sostengono che l’allattamento al seno non rappresenti un fattore di rischio della depressione perinatale, riconoscendone un ruolo protettivo per la salute psicofisica delle donne.

In una delle più aggiornate revisioni sistematiche (Dias, 2015), tutti gli studi concordano sul fatto che la DP sia spesso associata ad uno svezzamento precoce, sia per quanto riguarda l’allattamento al seno esclusivo sia per quel che concerne l’allattamento non esclusivo. L’abbandono prematuro di tale pratica è correlato ad un aumento dei sintomi depressivi, mentre un divezzamento graduale riduce la sintomatologia, soprattutto nei soggetti che hanno sofferto di depressione prima e durante la gravidanza.

Accanto a queste ricerche, alcuni autori sembrano confermare un effetto protettivo dell’allattamento rispetto all’ impatto negativo della depressione materna sul nascituro (Jones, 2005), in quanto l’allattamento costituirebbe un fattore di protezione e rafforzamento del legame tra mamma e bambino.

In altre parole, il connubio di fattori endocrini, relazionali e psicologici implicati nell’allattare, protegge le neo-mamme dall’umore negativo associato ad alti livelli di stress e stanchezza psicofisica tipici del puerperio, determinando un impatto positivo e duraturo nella relazione affettiva con il proprio neonato (Mezzacappa et Katkin, 2002).

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Quando qualcosa non funziona

Alti livelli di stress durante la gravidanza e il parto, nonché problematiche insorgenti nelle prime fasi di avvio dell’allattamento, possono incrementare la tensione e la depressione delle mamme; livelli elevati di stress alterano l’equilibrio tra i neurotrasmettitori acetilcolina e noradrenalina, portando ad un eccesso di acetilcolina (Marshall, 1993) con conseguente aumento dell’ormone dello stress: il cortisolo.
I livelli di cortisolo, sono frequentemente elevati in persone depresse, e possono, talvolta, influire sull’allattamento provocando il ritardo nella montata lattea (lattogenesi II). In tal senso, laddove l’allattamento sembra essersi rilevato un fattore protettivo per il benessere di mamma e bambino, a emergere sono anche molteplici fattori di rischio, intervenienti nel percorso, soprattutto quando la mamma non è adeguatamente supportata.

Molte ricerche, infatti, indicano che i supporti sociali e la sicurezza materna sono variabili critiche coinvolte nella relazione tra depressione perinatale ed allattamento materno, in quanto i sostegni sociali proteggono le madri dalla depressione e favoriscono il successo delle esperienze di allattamento (Isabella et Isabella, 1994).
Quando l’aiuto e il supporto alla neo-mamma vengono a mancare, il rischio di cadere in una sintomatologia depressiva aumenta enormemente (Groër, 2005), favorendo l’interruzione precoce dell’esperienza di allattamento e, in generale, esponendo a rischi importanti la salute psicofisica di mamma e bambino.

Fornire aiuto concreto e supporto emotivo alle mamme durante il puerperio, indipendentemente dalla scelta di allattare, rappresenta un fattore decisivo per proteggere quella donna e la sua famiglia dalla possibile insorgenza di un episodio depressivo.

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Considerazioni conclusive

La depressione perinatale è una patologia multifattoriale: la vulnerabilità genetica, accanto a fattori ormonali e psiconeuroimmunologici, giocano un ruolo fondamentale nella genesi del disturbo, mentre i fattori psicosociali aumentano la probabilità di insorgenza dei sintomi.
Fra i fattori predisponenti troviamo l’aver sofferto di ansia e depressione durante la gestazione, l’aver già vissuto episodi depressivi e la mancanza di supporto emotivo nel delicato periodo perinatale.

Le recenti ricerche e rassegne scientifiche hanno evidenziato che l’allattamento al seno non rappresenta un fattore di rischio della depressione, proteggendo la neomamma dallo sviluppo di disturbi psichici. Allattare procura benefici sia fisici che psicologici, riducendo il rischio di sviluppare patologie come il cancro al seno o alle ovaie, riducendo la sintomatologia depressiva. Inoltre, la scelta di allattare è correlata ad un’azione anti-infiammatoria e anti-stress che abbassa le citochine pro-infiammatorie, coinvolte nello sviluppo della depressione perinatale. L’allattamento rafforza la relazione madre-bambino e pone le basi per un attaccamento sicuro (Lavoie, 2015).

Tuttavia, è bene ricordare che anche donne senza apparenti fattori di rischio e che allattano al seno, possono sviluppare una sintomatologia depressiva.
Tutte le donne, esposte al rischio di DP, qualora lo desiderino, dovrebbero essere incoraggiate ad allattare e dovrebbero ricevere il sostegno sociale necessario affinché possano mantenere un buon rapporto di allattamento.

Infine, le mamme già affette da DP, devono essere informate rispetto ai trattamenti e alle terapie compatibili con la possibilità di intraprendere un percorso di allattamento, con la consapevolezza che allattare non impatterà negativamente sull’iter di cura, bensì si rivelerà un’opportunità intima, affettiva e possibile nella relazione con il proprio bambino.

A cura di Claudia Proserpio

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Riferimenti bibliografici

  • Ahn, S. & Corwin, E.J. 2015, “The association between breastfeeding, the stress response, inflammation, and postpartum depression during the postpartum period: Prospective cohort study”, International journal of nursing studies, vol. 52, no. 10, pp. 1582-1590.
  • Dias, C.C. & Figueiredo, B. 2015, “Breastfeeding and depression: a systematic review of the literature”, Journal of affective disorders, vol. 171, pp. 142-154.
  • Grajeda R, Perez-Escamilla R. Stress during labor and delivery is associated with delayed onset of lactation among guatemalan women. J Nutr 2002;132:3055-60.
  • Groër M et al. Neuroendocrine and immune relationships in postpartum fatigue. MCN 2005;30:133-38.
  • Hahn-Holbrook, J., Haselton, M.G., Dunkel Schetter, C. & Glynn, L.M. 2013, “Does breastfeeding offer protection against maternal depressive symptomatology?: A prospective study from pregnancy to 2 years after birth”, Archives of women’s mental health, vol. 16, no. 5, pp. 411-422.
  • Isabella, P.H. and R.A. Isabella. Correlates of successful breastfeeding: A study of social and personal factors. J Hum Lact 1994; 10: 257-64.
  • Jones NA. The protective effects of breastfeeding for infant of depressed mothers. Breastfeed Abstr 2005;24(3):19-20.
  • Lavoie H.K. 2015, “Five E’s to Support Mothers with Postpartum Depression for Breastfeeding Success”, International Journal of Childbirth Education, vol. 30, no. 2, pp. 55- 60.
  • Marshall P. Allergy and depression: A neurochemical thresold model of the relation between the illnesses. Psych Bull 1993;113:23-43.
  • Mezzacappa ES, Katkin ES. Breastfeeding is associated with reduced perceived stress and negative mood in mothers. Health Psychology 2002;21:187-93.
  • www.lllitalia.org
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